martedì 12 novembre 2013

Quando ottengo qualcosa per cui ho pregato a lungo e insistentemente, mi fa un effetto ancor più travolgente che non quando vengo esaudita subito.


Edith STEIN, LA MISTICA DELLA CROCE
Capitolo 1. - CON LA MANO NELLA MANO DEL SIGNORE
O Signore, dammi tutto ciò che mi conduce a te.
O Signore, prendi tutto ciò che mi distoglie da te.
O Signore, strappa anche me da me e dammi tutto a te.

CON LA MANO NELLA MANO DEL SIGNORE
La generazione di oggi è passata attraverso molte crisi e non ci può più capire.
Siamo noi che dobbiamo cercare di capirla,
e forse allora potremo un pochino aiutarla.
La grazia di essere guidata da Dio si è fatta sentire
in queste ultime settimane in modo particolare.
Mi par di intravedere più distintamente qual è il mio compito.
Naturalmente,
comprendo sempre più a fondo la mia totale insufficienza;
ma al tempo stesso,
malgrado questa insufficienza,
intravedo la possibilità di essere strumento.
Ciò che Lei scrive della piccola Teresa [s’intende santa Teresa di Lisieux]
mi ha sorpreso.
Mi sono accorta per la prima volta che si può vederla anche da questo punto di vista.
L’idea che avevo di lei era quella di una persona totalmente informata dall’amore di Dio.
Non conosco nulla di più grande e vorrei imparare da lei il più possibile,
per me e per tutti quelli che mi stanno attorno.
Ci si può solo sforzare di vivere la vita che si è scelta con sempre maggior fedeltà e purezza rendendola sacrificio accettabile per tutti coloro ai quali si è legati.
La fiducia che il mondo in noi ripone 
e la stima fin troppo alta che fuori così tante persone hanno della nostra vita, 
sono uno sprone costante.
Sono solo uno strumento del Signore.
Se uno viene da me, vorrei condurlo a lui.
E quando noto che non posso e che sono interessati alla mia persona,
non potendo servire da strumento,
prego il Signore che intervenga in un altro modo.
Lui non è costretto a servirsi di un’unica persona.
Quando ottengo qualcosa per cui ho pregato a lungo e insistentemente,
mi fa un effetto ancor più travolgente che non quando vengo esaudita subito.
Le mie meditazioni non raggiungono grandi altezze spirituali,
sono per lo più molto semplici e modeste.
La cosa migliore che contengono è il ringraziamento per aver ricevuto in dono
un posto in questa patria terrena da cui salire alla patria eterna.
La fiducia che qualcosa della nostra pace e della nostra quiete trabocchi nel mondo
e sostenga coloro che sono ancora in cammino,
questa fiducia da sola fa sì che io mi dia pace di essere stata chiamata in questo meraviglioso,
sicuro rifugio prima di tanti altri più degni di me.
Lei non può immaginare come mi senta profondamente imbarazzata ogni volta che qualcuno parla della nostra «vita di sacrificio».

Nessun commento:

Posta un commento