mercoledì 4 dicembre 2013

ogni nuovo incontro frutta un nuovo risveglio ed un rafforzamento dell’amore, forse anche un’ulteriore conoscenza di qualche nuovo particolare


Edith STEIN, LA MISTICA DELLA CROCE
Capitolo 3. - PREGHIERA - MEDITAZIONE

Due persone così legate
non hanno più bisogno di informarsi l’uno dell’altro o di riflettere lungamente l’uno sull’altro
per conoscersi a fondo vicendevolmente
e per convincersi di essere degni dell’amore che si portano.
Si può dire che tra di loro non c’è quasi più nemmeno bisogno di parole.
Va da sé che ogni nuovo incontro frutta un nuovo risveglio ed un rafforzamento dell’amore,
forse anche un’ulteriore conoscenza di qualche nuovo particolare:
ma questo si verifica quasi automaticamente,
senza che ci sia bisogno di alcuno sforzo in tal senso.
Così avviene anche nei rapporti di un’anima con Dio
dopo un lungo allenamento nella vita spirituale.
Non ha nemmeno più bisogno di meditare per conoscere Dio ed imparare ad amarlo.
Ha già percorso la strada e l’ha lasciata assai indietro,
ormai riposa sul traguardo.
Non appena si mette a pregare,
essa è già accanto a Dio,
cullandosi nell’abbandono amoroso in sua presenza.
Il suo silenzio gli è più caro di molte parole.
E una grazia
che ci raggiunga il messaggio della fede, verità rivelata da Dio.
È una grazia
quella che ci da la forza di accogliere il messaggio della fede e di divenire credenti,
anche se dobbiamo poi condurre a termine l’azione di grazia
con un atto di libera determinazione.
Senza il soccorso della grazia,
non è possibile alcuna preghiera né alcuna meditazione.
Eppure tutto ciò è compito della nostra libertà
e si realizza con la collaborazione delle nostre energie.
Dipende pure da noi il dedicarsi alla preghiera,
se e quanto a lungo ci abbandoniamo nella contemplazione.
La potente realtà del mondo naturale e dei doni soprannaturali
deve venire scardinata da una realtà più potente ancora.
Questo avviene nella notte passiva dell’anima.
Senza di essa la notte attiva non arriverebbe mai allo scopo.
È la stessa forte mano del Dio vivente
che deve intervenire a liberare l’anima dalle pastoie del creato,
attirandola a sé.
Questo intervento è la contemplazione oscura, mistica,
legata alla rinuncia di tutto
ciò che precedentemente era stato fonte di luce, di ristoro e di consolazione.

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